È la fermata della metropolitana di Toledo progettata dall’ architetto catalano Óscar Tusquets Blanca.
di Maria Gilda Donadio
È Toledo per il Daily Telegraph la più bella stazione metropolitana del vecchio continente. Nella classifica delle top 20 pubblicata su Travel, inserto web dedicato ai viaggi, il prestigioso quotidiano britannico mette al primo posto l’ultima nata tra le stazioni dell’arte di Napoli.
Grazie all’estro dell’architetto catalano Óscar Tusquets Blanca che l’ha progettata, la stazione Toledo batte la monumentale fermata Komsomolskaya di Mosca con i suoi ricchi mosaici e quella di Stoccolma che ha per tema la natura. E viene considerata anche più affascinante di alcune fermate della Tube londinese, dell’Arts et Métiers di Parigi e della caratteristica Westfriedhof di Monaco.
Toledo è la nuova stazione della Linea 1 della metropolitana di Napoli aperta al pubblico lo scorso settembre. Prende il nome dalla via più centrale della città, quella dello shopping, e costituisce una fermata intermedia sulla linea “navetta” che collega piazza Dante con piazza Bovio, fermata Università. Entro l’estate sarà dotata anche di una seconda uscita a Montecalvario, sui quartieri spagnoli.
La fermata Toledo entra a far parte del circuito delle Stazioni dell’Arte Metronapoli. Il progetto porta la firma dell’architetto catalano Óscar Tusquets Blanca, mentre gli interni sono arricchiti da opere di William Kentridge, Robert Wilson e Achille Cevoli.
Con 50 metri di profondità e un volume di 43mila metri cubi che dal livello della strada si snodano fino al di sotto della falda acquifera, Toledo guadagna il primato di stazione più profonda tra quelle finora in esercizio sulla Linea 1. Ben cinque piani per un percorso che segna attraverso i colori il passaggio dalla terra al mare, mentre uno spettacolare “cratere” collega la superficie con la grande hall situata 40 metri più in basso.
Il progetto dell’architetto catalano Óscar Tusquets Blanca ha interessato anche gli esterni della stazione Toledo regalando ai napoletani una nuova sistemazione del tratto di strada compreso tra via Toledo e via Diaz, una pavimentazione nuova e un arredo urbano di tutto rispetto.
La comunicazione tra spazio esterno ed interno è affidata alle strutture-lucernario che, dalla strada, convogliano la luce solare negli ambienti sottostanti.
Al primo piano interrato sono integrati nel progetto architettonico i resti della cinta muraria di età aragonese, mentre il calco di un campo arato del Neolitico, ritrovato durante i lavori di scavo della stazione, è esposto presso la Stazione Museo, in “Stazione Neapolis”, nel corridoio di collegamento con il Museo Archeologico Nazionale. Nei rivestimenti di questo primo livello predomina il nero, allusione all’asfalto della città contemporanea, che esalta l’apparizione dei grandi mosaici di William Kentridge. Il primo è una lunga processione di sagome scure, molte delle quali ispirate alla storia della città di Napoli, guidate attraverso la musica dal patrono della città, San Gennaro. Lo sfondo sul quale tutti i personaggi sembrano incedere lentamente è il progetto per la “Ferrovia Centrale per la città di Napoli”, 1906 (Naples Procession) che dà anche il titolo all’opera. Il secondo mosaico, collocato al di sopra delle scale mobili, si intitola “Bonifica dei quartieri bassi di Napoli in relazione alla ferrovia metropolitana”, 1884 (Naples Procession). Questa volta il disegno utilizzato per lo sfondo dell’opera è il celebre primo progetto per una metropolitana a Napoli, ideato dal poliedrico Lamont Young.
Scendendo ancora di livello, mutano i colori dei rivestimenti e si passa a un luminoso giallo che richiama i colori caldi della terra e del tufo partenopeo, fino ad arrivare alla quota zero, il livello del mare, segnalato dal passaggio agli spettacolari mosaici di un azzurro che si fa sempre più intenso man mano che si procede in profondità. Si arriva così a una monumentale sala sotterranea, in cui domina il fascino della bocca ovale del Crater de luz, un grande cono che attraversa in profondità tutti i livelli della stazione, collegando il piano della strada con la spettacolare hall costruita 40 metri sottoterra. Guardando al suo interno è possibile riconoscere, all’altra estremità, la luce del sole e un suggestivo gioco di luci led governate dal software programmato da Robert Wilson (Relative light).
Sulle pareti della hall “sommersa” si possono ammirare le Olas, onde in rilievo progettate da Óscar Tusquets Blanca, mentre, procedendo all’interno della galleria di scavalco, siamo circondati dai pannelli del mare di Robert Wilson, By the sea… you and me, questo è il loro titolo, light box a luce led realizzati con la tecnica lenticolare Men at work, l’intervento fotografico di Achille Cevoli sulle pareti in prossimità delle scale fisse, è dedicato al tema del lavoro operaio, in un omaggio a coloro che hanno realizzato lo scavo delle gallerie e la costruzione delle stazioni.
Kerakoll per la stazione Toledo
L’impresa esecutrice Toledo Scarl con il supporto tecnico di Edilcamaldoli Sansone ha scelto i materiali Kerakoll per la realizzazione della nuova stazione Toledo. In particolare Kerakoll è stata technical supplier per:
– i consolidamenti e l’ancoraggio delle sottopiastre metalliche (GeoLite Magma)
– il ripristino del calcestruzzo ammalorato (GeoLite)
– la protezione dei piloni in acciao di contrasto (Kerabuild Eco Epoprimer)
– il montaggio e la rasatura di blocchi in calcestruzzo (Isobuild Eco Block)
– la posa di pavimenti e rivestimenti (H40 Eco Flex e Special Eco).
Tutti i prodotti Kerakoll sono conformi alle norme europee EN di riferimento e sono classificati secondo il GreenBuilding Rating, l’innovativo sistema di valutazione attestato da SGS per misurare le performance di sostenibilità dei materiali da costruzione in grado di orientare la progettazione e la realizzazione di edifici ecocompatibili. Per maggiori informazioni sui prodotti e sul GreenBuilding Rating, visita il sito www.kerakoll.com.





Stazioni dell’Arte
Le Stazioni dell’Arte nascono da un progetto promosso dall’amministrazione comunale di Napoli per rendere i luoghi della mobilità più attraenti e offrire a tutti la possibilità di un incontro con l’arte contemporanea. Gli spazi interni ed esterni delle stazioni hanno accolto, con il coordinamento artistico di Achille Bonito Oliva, oltre 180 opere di 90 tra i più prestigiosi autori contemporanei, costituendo uno degli esempi più interessanti di museo decentrato e distribuito sull’intera area urbana, un museo che non è spazio chiuso, luogo di concentrazione delle opere d’arte, ma percorso espositivo aperto, per una fruizione dinamica del manufatto artistico. La realizzazione delle stesse stazioni, affidata ad architetti di fama internazionale, ha rappresentato un momento di forte riqualificazione di vaste aree del tessuto urbano.