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Casa Fenoglio, il Liberty ritrova vita

Il restauro della palazzina Fenoglio ha riportato una bella architettura Liberty al suo primitivo splendore.

La palazzina Fenoglio, progettata come casa-studio dell’autore, poi ‘Lafleur’ (dal cognome dell’imprenditore francese che l’acquistò divisa in appartamenti), è riconosciuta dalla critica tra i più raffinati esempi di architettura Liberty in Italia e uno degli oggetti architettonici più importanti di Torino, costituendo un’eccellenza nella produzione di elevata qualità di Pietro Fenoglio (1865-1927). Nato a Torino da una famiglia di costruttori edili, con doppio titolo accademico di architetto e ingegnere, era titolare di uno studio di progettazione dove lavorava con collaboratori di valore quali Gottardo Gussoni, Carlo Sgarbi, Romeo Burzio; fu firmatario, in vent’anni di attività, di centinaia di progetti di architettura sia civile che industriale.

Le murature, in mattoni trattati a intonaco, accolgono intrecci di alberi e fiori, in tinte verdi, amaranto e gialle, che coronano una composizione in cui le linee tondeggianti degli infissi dialogano con gli elementi in ferro battuto e le sequenze di cerchi, archi e righe incisi nell’intonaco. Piuttosto che analizzare singolarmente i particolari costruttivi e decorativi della palazzina, il progetto di restauro ha inteso esaminarli come componenti di un’immagine complessiva, in un rapporto d’interrelazione fra le singole parti che divengono elementi di un tutto. Ciò trova riscontro in una congruenza formale d’insieme, che si estrinseca nell’intera gamma di materiali edilizi: dal legno al litocemento, dal ferro battuto all’intonaco.

L’intervento di restauro conservativo si è sviluppato a partire da un’accurata analisi dello stato di degrado, completa di stratigrafie sulle finiture pittoriche e analisi di laboratorio su tasselli di intonaco e litocementi, individuando le soluzioni più idonee, che si possono sintetizzare in sei temi principali. Il risarcimento dei distacchi di intonaco, diffusi su tutte le facciate a varie altezze, si è basato sulla constatazione che i precedenti restauri hanno apposto il materiale di reintegro sul residuo di supporto originario ancora aggrappato alla muratura, con una miscela cementizia troppo ricca di legante, creando una reazione di impoverimento successiva del supporto e causandone infine il distacco completo di porzioni ancora più ampie. Si è deciso quindi di intervenire con materiali più coerenti con quelli originali, applicandoli a partire dal mattone nudo e ripulito con lavaggi e detergenti, per poter riproporre il ciclo di intonacatura sempre a partire dalla muratura grezza.

Il reintegro e la pulitura dei litocementi, interessati da fenomeni di rottura e distacco in diversi punti, è iniziata con una leggera sabbiatura a bassa pressione degli elementi, con la finalità di liberarli dalle verniciature successive e poterli lasciare al naturale con solo protettivo incolore e traspirante. Questo è possibile solo quando la qualità del manufatto ha un grado di compattezza e qualità realizzativa come in questo caso. Sono state poi reintegrate le lacune con l’ausilio spinotti di rinforzo interni dove necessario.

Il restauro delle decorazioni pittoriche ha comportato la realizzazione di dime e cartoni, di pulitura con impacchi del residuo pittorico e successiva reintegrazione pittorica, esaltando in tonalità bicolori i fiori e le foglie, correggendone lievemente l’ombreggiatura e i riflessi. La scelta dei colori di finitura, concordata in sintonia con la Soprintendenza e l’Ufficio Colore, è stata definita attraverso campagne di saggi e campionature in opera che hanno inteso valorizzare l’equilibrio compositivo di insieme e il corretto inserimento nel contesto urbano. È stata concordata una delicata colorazione del fondo di alcune incisioni dell’intonaco, tesa a dare maggior continuità tra le fasce pittoriche, esaltarne gli steli di ispirazione vegetale ed evidenziare la data di costruzione e il logo con cui Fenoglio ha firmato l’opera.

Il restauro della pensilina in vetro colorato in forma di corolla ne ha recuperato l’aspetto originario, dopo interventi che negli anni avevano accorciato la dimensione dei petali in vetro retinato colorato e mimetizzato il traliccio in ferro che corre tra le mensole con colorazioni inappropriate. Soluzioni fondamentali sono state l’adozione di un vetro stratificato antinfortunistico che accoppia una lastra temprata e una lastra goffrata trasparenti, tramite una pellicola di sicurezza colorata come l’originale e la realizzazione di un sistema di smaltimento acque meteoriche occultato. Il restauro di serramenti e persiane, ha comportato la sostituzione di piccole porzioni di legno troppo ammalorate, il rifacimento del grande serramento tondo, ormai disgregato, la rifunzionalizzazione del sistema di scorrimento delle persiane a scomparsa nella muratura.

Studio di progettazione: Studio associato Fraternali-Quattroccolo architetti, Torino (TO) – arch. Roberto Fraternali, arch. Ugo Quattroccolo e arch. Fabiana Amatruda. Intonaci e decorazione naturale Kerakoll: ciclo traspirante di intonacatura e finitura (Biocalce Intonaco, Biocalce Intonachino Tipo “00”). Protezione e decorazione Kerakoll: pitture e rivestimenti minerali linea silossanici (Kerakover Eco Silox Primer, Kerakover Eco Silox Fondo, Kerakover Eco Silox Pittura); protettivi impregnanti (Kerakover Acrilsilossanico). Ripristino e rinforzo strutturale Kerakoll: geomalta minerale per il ripristino monolitico del calcestruzzo (GeoLite).

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