Daniele Corsaro è un progettista di razza. Nonostante la giovane età ha alle spalle numerose realizzazioni, tra cui alcune splendide abitazioni unifamiliari in puglia. Il suo segreto? Partire dalle caratteristiche dei luoghi in cui opera e miscelarle con la cultura internazionale che ha maturato nelle sue esperienze formative all’estero.
di Luigi Prestinenza Puglisi
Daniele, presentati ai nostri lettori.
Sono nato a Grottaglie in Puglia e ho 37 anni. Ancor prima di laurearmi alla facoltà di architettura di Roma “La Sapienza” sono andato in Svezia, Inghilterra, Spagna e Israele. Il confronto con culture diverse ha permesso di chiarire la mia identità professionale e mi ha spinto non ancora trentenne a fondare uno studio e a iniziare a sperimentare attraverso la realizzazione delle mie prime opere.
Raccontaci della tua esperienza all’estero…
Cito due episodi emblematici: l’anno di studio presso la facoltà di architettura del politecnico di Stoccolma è stata un’esperienza nuova rispetto al sistema italiano incentrato sul professore che tiene il corso e che detta la sua linea da seguire. Mentre in Svezia si responsabilizza lo studente che è spinto ad esprimere se stesso in maniera autonoma e univoca. In Israele, durante la realizzazione di tre torri residenziali a Tel Aviv, lavorare intensamente con un gruppo di persone provenienti dai diversi angoli del mondo, in una situazione di stress dovuta ai tempi di lavorazione, mi ha insegnato come superare limiti di ogni sorta.
Poi sei tornato in Italia…
Dopo questo girovagare di luoghi, iniziando da zero ogni qualvolta mi spostavo alla ricerca di nuove esperienze, volevo avere qualche punto fermo e cominciare a lavorare per realizzare un percorso autonomo. Ho deciso di chiudere il cerchio e ritornare alle mie origini per fondare uno studio.
Quali sono le difficoltà che si incontrano a lavorare in Puglia?
Quelle che caratterizzano più o meno l’intera Italia: il conservatorismo e la burocrazia. Il conservatorismo limita la sperimentazione, la burocrazia dilata oltre misura i tempi e ostacola la realizzazione.
Committenza pubblica o privata?
Privata. La maggior parte delle opere che ho realizzato provengono da committenze private illuminate che comprendono che un buon progetto è anche un buon investimento economico. Normalmente in Italia il pubblico si muove con logiche clientelari, compromettendo le opportunità per gli architetti e per la stessa società.
Parlaci della tua casa Ceno…
La ricerca di un dialogo con l’ambiente circostante ha segnato la scelta progettuale. Ho suddiviso la volumetria in più corpi di fabbrica, puntando a uno sviluppo orizzontale che si integra con il territorio seguendone l’andamento naturale. Ogni volume accoglie al suo interno una funzione abitativa diversa facendo in modo che anche i fruitori, spostandosi da un corpo all’altro, vivano il paesaggio circostante come una parte dell’abitazione.
Disposto secondo l’asse solare est-ovest, un percorso attraversa e distribuisce gli spazi aperti e chiusi culminando in una piscina a raso del terreno dalla quale si può ammirare il paesaggio della valle sottostante come sospesi in aria.
La disposizione nel lotto dei corpi di fabbrica, oltre che per ragioni formali, è stata determinata dall’orientamento. Il lato nord è cieco per escludere i venti di tramontana particolarmente fastidiosi. Mentre gli affacci privilegiati sono a est e ovest. Praticando la regola del buon senso, sono state previste grandi aperture con infissi in legno nella zona giorno, in particolare la vetrata che affaccia sulla piscina, e più ridotte negli altri ambienti.
La scelta di utilizzare materiali del luogo (pietra calcarea per la costruzione, biancone di Trani per la pavimentazione, rovere per gli infissi) e reinterpretare le tecniche costruttive tradizionali, oltre che per la ricerca di una sostenibilità in chiave puramente tecnico-prestazionale, è tesa a stabilire una “sostenibilità culturale” dettata dalla volontà di un approccio più umanistico alla progettazione.
Come le tue case tengono conto del luogo?
La comprensione del luogo attraverso un’attenta osservazione dei caratteri materiali (morfologia, natura del terreno, vegetazione, ecc.) e immateriali (atmosfere, sensazioni, suoni, ecc.) permette di plasmare architetture in stretto dialogo con il contesto, evitando scelte a priori con progetti calati dall’alto e alienati dal luogo.
Quali accorgimenti energetici utilizzi?
Ad accorgimenti energetici di tipo attivo, più onerosi per il committente, affianco accorgimenti di tipo passivo che avvicinano l’opera al luogo e alla cultura del posto. Durante la fase preliminare del progetto osservo il sito e il suo microclima (orientamento, venti dominanti, soleggiamento, ecc.) mettendoli in relazione con le scelte progettuali che definiscono le geometrie dell’opera, gli spessori murari e ovviamente i materiali più opportuni da utilizzare coerentemente con queste valutazioni.
Una parte consistente del mercato edilizio è nel recupero dei vecchi manufatti?
Se non lo è ancora, lo sarà sempre di più nel futuro, sia perché c’è sempre meno spazio per costruire sia perché – e questo specie in Italia – occorrerà razionalizzare quello che per molti anni è stato costruito senza piani o criteri organizzativi. Volevo solo aggiungere che recuperare vecchi manufatti significa, laddove essi non presentino qualità storiche o architettoniche, anche la possibilità di ricostruzione migliorando la qualità generale del costruito.
A volte, mi sembra, che cerchi di recuperare anche antiche tecnologie…
L’affinamento di tecnologie antiche mi affascina come concetto perché mantiene vivo il filo conduttore delle costruzioni che si sono avvicendate dal lontano passato ad oggi, inoltre il continuo perfezionamento di tali tecniche porta a ottenere prodotti di eccellenza che vanno a caratterizzare e ad aumentare la qualità finale dell’opera.
Progetti per il futuro?
Dopo un primo periodo di realizzazione di opere in Puglia, si stanno affacciando opportunità di progetti in Australia e Spagna su cui sto lavorando e se, come spero, andranno a buon fine si potrebbe aprire una nuova fase, mantenendo la base in Puglia e avere l’opportunità di poter realizzare opere in diverse aree con sempre nuovi stimoli.
Concorsi in Italia o all’estero?
Nell’ultimo periodo sono stato assorbito dai progetti in corso, così da non avere tempo da dedicare ai concorsi. In futuro conto però di farne, ma all’estero dove, rispetto all’Italia, ci sono più speranze che possano andare a buon fine.