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Il borgo antico di Castel del Monte torna a splendere


di Mario Pelliccione

Prosegue la ricostruzione post sisma di Castel del Monte, capolavoro di architettura in cui l’ingegno dell’uomo ha saputo risolvere la mancanza di spazio, problema tipico dei paesi fortificati d’alta quota.

Tra gli interventi posti in essere a seguito della fatidica notte del 6 aprile 2009, il progetto di riparazione del danno, miglioramento sismico, restauro e risanamento conservativo dell’aggregato CDM031, Rione Ricetto Bastione Nord, situato nel centro storico di Castel del Monte e che costituisce il nucleo più antico del paese. Il Ricetto infatti era un tempo il cortile dell’originario castello da cui il nome di Castel del Monte, Castellum de Montis.

Dal rilievo risulta che l’impianto dell’aggregato sia abbastanza semplice: una serie di muri di spina paralleli e ugualmente distanziati collegano i due fronti principali (nord e sud), costituiti da due facciate molto lunghe (circa 65 metri ciascuna). La pianta si sviluppa pressoché simile su tutti i livelli e le murature portanti, molto imponenti nel piano semi-interrato (con spessori di anche 2 metri), vanno assottigliandosi all’aumentare dell’altezza, come è tipico degli edifici in muratura. L’aggregato è costituito da muratura in pietra, tipica dell’aquilano. In questo caso però non esistono murature “a sacco”, ma murature piene. All’interno, la ripartizione orizzontale tra i piani avviene generalmente con l’impiego di volte: di solito la ripartizione tra piano semi-interrato e piano terra è costituita da massicce volte a botte in pietra, intonacate o lasciate a vista.

La ripartizione orizzontale tra gli altri piani è realizzata tramite volte in mattoni disposti in foglio, volte in pietra o solai più moderni di varia natura.

In estrema sintesi l’analisi del danno manifestatosi in seguito al terremoto del 6 aprile 2009 ha evidenziato che il fianco debole dell’intero corpo di fabbrica – di dimensioni 65×16 metri e alto 15 metri – è la dimensione trasversale: l’azione orizzontale del sisma, diretta lungo la direzione nord-sud, ha provocato l’innesco di meccanismi di ribaltamento delle pareti di facciata.

Sui solai e sulle volte l’andamento delle lesioni è prevalentemente longitudinale all’asse del fabbricato. Infine la scatola, seppure regolare in pianta e in elevazione, subendo l’azione statica della spinta esercitata dalle volte, manifesta un quadro fessurativo tipico della mancanza di ammorsamento tra pareti ortogonali.

Il progetto di miglioramento sismico del fabbricato si compone di una serie di tipologie d’intervento.

Risarcitura di vani non necessari nelle murature
Lo scopo di questo intervento è stato quello di restituire il più possibile continuità strutturale e monoliticità alle murature.

Si è scelto di richiudere tali vani con intervento di “cuci-scuci” in muratura tradizionale con blocchi in laterizio e malta certificata EN 998 a base di pura calce idraulica naturale NHL 3.5 (GeoCalce).

Rinforzo intradossale delle volte con tessuti in fibra di basalto
Tale intervento ha previsto l’applicazione su tutta la superficie dell’intradosso di ciascuna volta di un sistema composito realizzato con tessuto bidirezionale bilanciato in fibra di basalto e acciaio inox AISI 304 (GeoSteel Grid 200), impregnato con geomalta ad altissima igroscopicità e traspirabilità a base di pura calce idraulica naturale NHL 3.5 (GeoCalce Fino).

Tale intervento conferisce alla volta un’adeguata resistenza a trazione e un ottimo comportamento d’insieme che scongiura meccanismi cinematici locali e ammorsa l’orizzontamento alle pareti perimetrali. In alcuni casi il sistema è stato sostituito da un rinforzo a fasce realizzato con tessuto unidirezionale in fibra di acciaio galvanizzato Hardwire™ ad altissima resistenza denominata GeoSteel G600.

Rinforzo delle pareti con placcaggio in fibra di basalto
Questo intervento, ispirato all’antica e ormai desueta tecnica dell’intonaco cementizio armato con rete elettrosaldata, eredita da quest’ultimo i benefici in termini di aumento delle prestazioni, senza però aumentare significativamente le masse dell’edificio e soprattutto aumentando solamente la resistenza del maschio murario e non la rigidezza.

L’intervento è stato eseguito su entrambe le facce del maschio murario con placcaggio diffuso di rete in fibra di basalto e acciaio inox (GeoSteel Grid 200), impregnato con geomalta (GeoCalce Fino).

Si è inoltre previsto un inserimento di diatoni – sempre realizzati con arrotolamento del tessuto unidirezionale in fibra di acciaio (GeoSteel G600) e iniezione all’interno di esso di malta a base di pura calce naturale NHL 3.5 (GeoCalce Fluido) – per il collegamento trasversale delle facce del maschio murario, in ragione di 2 al metro quadrato in grado di connettere le due facce del maschio murario e sfruttare al massimo le potenzialità di questo intervento di consolidamento.

Ammorsamento dei cantonali mediante barre elicoidali in acciaio inox
Tale intervento è consistito nell’inserimento delle barre elicoidali in acciaio inox AISI 316, a secco (Steel DryFix 10), in prossimità dei cantonali o dei martelli in modo da garantire l’ammorsamento di setti ortogonali.

Infine, coerentemente con quanto disciplinato dal Piano di ricostruzione e con l’ausilio delle indicazioni tecniche riportate nel Manuale del recupero di Castel del Monte, il progetto ha previsto la pulitura totale delle superfici dei prospetti con idropulitrice, la scarnitura dei giunti di malta per rimuovere le parti ammalorate e il successivo ripristino della finitura tipica del luogo.

Tale intervento è stato realizzato con malta di pura calce idraulica NHL 3.5 (Biocalce Pietra), miscelata con inerti autoctoni frantumati per rispettare la cromia originaria.

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