A Cesena, una villa di inizi Novecento torna al suo splendore con un intervento di restauro conservativo.
La Villa si eleva su uno sperone collinare in una posizione paesaggistica tra le più scenografiche, nella prima periferia di Cesena, e ciò storicamente le ha valso il toponimo di “Belvedere”. Villa Monty Banks deve il suo nome all’attore, regista e ballerino cesenate Mario Bianchi, divenuto famoso in America, agli inizi del Novecento, con il nome d’arte di Monty Banks. Egli fece costruire la villa nel 1939 su un precedente insediamento settecentesco. Il fabbricato si sviluppa intorno a una pianta a U, con un’inconsueta abside circolare inserita nel lato ovest, riferibile chiaramente alla tradizione inglese del bow window. I prospetti piuttosto austeri sono caratterizzati da un bugnato squadrato di graniglia grigia, di oltre 7 metri di altezza, più simile al muro di un castello scozzese, che al basamento di un palazzo rinascimentale italiano. Il risultato agli occhi dell’osservatore locale è decisamente inconsueto e rimanda a tradizioni architettoniche d’oltremanica forse portate in terra di Romagna dall’attrice inglese Gracie Fields, moglie di Monty Banks. Dopo decenni di usi, abusi e abbandoni, la villa recupera la sua destinazione originale di residenza seppur declinata in chiave ricettiva. Il progetto prevede la realizzazione di un agriturismo con ristorante al piano terra e undici camere al piano primo e secondo.
Gli interni della villa sono piuttosto scarni a livello decorativo, tuttavia si riconoscono elementi coevi con la costruzione del fabbricato come l’ampio scalone a due rampe che porta dal piano terra al piano primo. Localizzato a ridosso dell’abside, è realizzato in bicromia di marmi bianco Arabescato Vagli e marmo Verde Alpi. La balaustra colpisce per il suo corposo spessore in massello di marmo traforato, con decori quadrangolari. Il progetto si propone di completare l’incompiuto apparato decorativo con la formazione di boiserie perimetrali nelle stanze e cornici modanate a soffitto. Questi semplici inserti conferiscono una raffinata unitarietà agli ambienti interni che finalmente trovano una nuova finezza. Il progetto di ospitalità è incentrato sul rispetto della destinazione d’uso originale della villa, ossia una abitazione signorile caratterizzata dal taglio piuttosto ampio dei suoi ambienti interni. Questo si traduce nella progettazione di undici camere dalle generose metrature, servite da bagni altrettanto prodighi di metri quadrati. Nella suite al piano primo posta sul lato sud, viene posizionata a centro stanza una “private spa”, concepita come una teca in vetro e legno. Il letto è posto a centro stanza, con la testata in appoggio a una quinta di specchi su cui si innesta la sauna. La suite al piano secondo ospita uno dei tre camini in marmo presenti nella villa, che dal piano terra è stato smontato e rimontato nel nuovo ambiente dove la sua imponenza massiccia esplode in una inedita potenza. Vengono conservati e restaurati i pavimenti originali principalmente di due tipi: pavimenti in marmo bianco con cornice perimetrale e decori a quadrato; pavimenti in listelli di legno di rovere posati a spina italiana con bisello perimetrale. I nuovi pavimenti introdotti a livello progettuale non inseriscono nuovi materiali all’interno della villa ma seguono, in materia e schemi di posa, i pavimenti originali. Grande attenzione è stata riservata anche alla scelta dei materiali di pavimento e rivestimento. Si è sposata in toto la bicromia tra marmo bianco e marmo verde, presente come nota distintiva nei pavimenti e nello scalone originale della villa. Così ciascun bagno è stato disegnato con un lastricato di marmo Arabescato Vagli, posato a pavimento con schema a scacchiera, e un rivestimento murale in lastre di marmo Verde Alpi che corrono ad altezza variabile per tutte le pareti, ora alzandosi nell’ambiente doccia ora abbassandosi per lavabi e sanitari.
L’agriturismo ambisce a essere una struttura ricettiva legata al concetto di benessere. L’idea progettuale è stata quella di ricavare una zona spa al piano interrato della villa. Il materiale scelto per il pavimento e i rivestimenti è stato il travertino. Il gioco dei rimandi questa volta riguarda gli esterni della villa che presentano una finitura in travertino nelle imbotti delle finestre al piano terra e piano primo. Nella spa, il travertino viene utilizzato in lastre a grande formato con dimensione costante, montate allineate. Uno schema semplice, potenziato dalla scelta di rivestire le pareti da cielo a terra, al fine di ricreare un effetto totalmente avvolgente nella sua aulica matericità. L’illuminazione del tutto, sempre molto morbida, è costituita da una serie di linee di luce che tagliano lo spazio amplificandone la dimensione. Suggestiva è la luce del sole del mattino che filtra con vaporosi tagli diagonali, da una serie di finestre alte poste sopra la quota del marciapiede esterno.
L’intorno della villa è costituito da un ampio parco di forma rettangolare delle dimensioni di circa 5mila metri quadrati. Sul lato nord si apre un piccolo terrazzamento da cui si gode di una delle viste più suggestive verso la città. Lungo i lati nord e sud corrono due filari di cipressi, alcuni pluricentenari, caratterizzati da tronchi di una imponenza scultorea. A presidio del cancello di ingresso, i cipressi lasciano il posto ad altissimi pini domestici. Viene conservato l’impianto originale dei viali a disegno ovoidale che dall’ingresso portano alla villa. Il sistema dei percorsi viene ampliato con la formazione di una lunga passerella pedonale posta in posizione centrale, in asse con la villa. Questo permette al visitatore di avere un avvicinamento frontale alla villa, capace di attivare una macchina prospettica che enfatizza la simmetria del parco e della villa stessa. Nell’angolo nord-ovest è stata realizzata una piscina rettangolare rivestita in pietra, che gode di una vista speciale, aperta sul panorama a metà tra le colline e la città. Si introduce così nel parco l’elemento “acqua”, prima totalmente mancante, che posto così in prossimità della villa ne potenzia l’effetto monumentale in un gioco inedito di riflessi e specchiature.
Ph. © Paolo Ceredi
Abitazione privata Villa Monty Banks, Cesena (FC)
Studio di progettazione: Studio Ceredi, Cesena (FC) – ing. arch. Paolo Ceredi. Sistemi di posa e finitura ecocompatibili Kerakoll: gel-adesivo per la posa di ceramiche e pietre naturali (H40 No Limits, H40 Extreme); stucchi organici minerali certificati per ceramiche e pietre naturali (Fugalite Bio); stucco resina‑cemento e sigillanti decorativi (Fugabella Color, Silicone Color); sistema posa impermeabile Laminato No Limits 2 (Nanoflex No Limits, H40 No Limits, Aquastop AR1, Aquastop 100). Malte, intonaci e decorazione naturale Kerakoll: ciclo traspirante di intonacatura e finitura (Biocalce Intonachino Fino). Ripristino e rinforzo strutturale Kerakoll: geomalta minerale per il ripristino monolitico del calcestruzzo (GeoLite); protettivi e impermeabilizzanti per il ripristino del calcestruzzo nel piano interrato (Kerabuild Eco Osmocem).