È il nuovo Museo delle Scienze di Trento progettato dall’architetto genovese. Il contenitore di un modello di sviluppo dove fare coesistere qualità della vita e qualità dell’ambiente.
L’innovativa struttura progettata e realizzata da Renzo Piano a Trento è un fiore all’occhiello dell’architettura italiana. Il suo profilo richiama le montagne circostanti e la stessa organizzazione su più piani del percorso di visita è una sorta di metafora dell’ambito montano.
Il MUSE nasce, anche, all’interno di un contesto urbanistico e paesaggistico frutto di un’unica visione progettuale che ha l’ambizione di presentarsi come una rilevante riqualificazione urbana della parte della città verso il suo fiume. La concezione urbanistica dell’intero intervento si propone infatti di ricreare, in quest’area, un vero e proprio frammento di città, con le sue articolazioni, le sue gerarchie e la sua complessità funzionale. Qui trovano spazio funzioni commerciali, residenziali e di terziario, nonché quelle di interesse pubblico delle quali il MUSE ne costituisce la maggiore espressione, che assieme al parco pubblico di 5 ettari, “abbracciano” anche fisicamente l’intero nuovo quartiere divenendo allo stesso tempo importanti magneti urbani per l’intera città. Questo abbraccio è sottolineato anche dal tema dell’acqua che, in forma di canale, attraversa da sud a nord l’intera area per poi duplicare, come riflesse in uno specchio, le forme del museo. Questo inoltre, sorgendo nella parte più a nord dell’area, ha anche il compito di gestire il rapporto con quella preziosa preesistenza rappresentata dal Palazzo delle Albere e il suo prato (sede a Trento del MART) offrendo una proficua e rispettosa interazione urbanistica.
L’edificio del museo si sviluppa in pianta su una lunghezza massima (est/ovest) di 130 metri fuori terra e una larghezza massima (nord/sud) di 35 metri. L’edificio sviluppa le sue funzioni in 2 livelli interrati e 5 livelli fuori terra (compreso il piano terra). Tutti i piani fuori terra, più il -1, accolgono sia funzioni destinate al pubblico sia attività amministrative di servizio e di ricerca. Il -2 è destinato essenzialmente a parcheggio.
L’idea architettonica nasce dalla ricerca di una giusta mediazione tra bisogno di flessibilità e risposta, precisa e coerente nelle forme, ai contenuti scientifici del progetto culturale. Un museo in cui i grandi temi del percorso espositivo siano riconoscibili anche nella forma e nei volumi, mantenendo al tempo stesso un’ampia flessibilità di allestimento degli spazi, tipica di un museo di nuova generazione. L’edificio è costituito da una successione di spazi e di volumi, di pieni e di vuoti, adagiati su un grande specchio d’acqua sul quale sembrano galleggiare, moltiplicando gli effetti e le vibrazioni della luce e delle ombre. Il tutto è tenuto insieme, in alto, dalle grandi falde della copertura che ne assecondano le forme, diventando elemento di forte riconoscibilità. Le tecniche costruttive perseguono la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico con un ampio e diversificato ricorso alle fonti rinnovabili e a sistemi ad alta efficienza.
Sono presenti pannelli fotovoltaici e sonde geotermiche che lavorano a supporto di un sistema di teleriscaldamento centralizzato per tutto il quartiere. Il sistema degli impianti per il funzionamento dell’edificio è centralizzato, meccanizzato e sfrutta diverse fonti di energia rinnovabili – in particolare quella solare, con l’uso di celle fotovoltaiche e pannelli solari, e la geotermica, con lo sfruttamento di sonde a scambio termico.
Il sistema energetico è accompagnato da un’attenta ricerca progettuale sulle stratigrafie, sullo spessore e la tipologia dei coibenti, sui serramenti e i sistemi di ombreggiatura, al fine di innalzare il più possibile le prestazioni energetiche dell’edificio. Un sofisticato sistema di abrì soleil e di tende comandate da sensori di temperatura e di irraggiamento solare vengono gestite in automatico per ridurre l’irraggiamento nelle ore estive e facilitarlo durante le giornate invernali.
L’illuminazione e la ventilazione naturale, in alcuni spazi, permettono la riduzione dei consumi e la realizzazione di ambienti più confortevoli. Il sistema impiantistico fa inoltre uso di accorgimenti che aumentano le forme di risparmio energetico: ad esempio la cisterna per il recupero delle acque meteoriche che vengono utilizzate per i servizi igienici, per l’irrigazione della serra, per alimentare gli acquari e lo specchio d’acqua che circonda l’edificio. Complessivamente il risparmio di acqua d’acquedotto è di circa il 50%.
Nella costruzione vengono privilegiati materiali naturali a basso impatto ambientale e di provenienza locale per limitare l’inquinamento dovuto al trasporto.
Grazie alla collaborazione con il Distretto Tecnologico Trentino, il progetto dell’edificio è stato sottoposto alle procedure per il raggiungimento della certificazione Leed. Il livello di certificazione Leed ottenuto dal museo è il Gold. Il sistema Leed (Leadership in Energy and Environmental Design), sviluppato negli Stati Uniti nel 1998, raccoglie le linee guida per progettare e costruire in modo sostenibile, riducendo il consumo energetico e di conseguenza i costi di gestione e di mantenimento degli edifici, nonché le emissioni nocive all’uomo e all’ambiente.
Il progetto prevede infine la realizzazione di un parcheggio per le biciclette, con spogliatoi e docce, e un numero limitato di posti auto per incentivare l’utilizzo di trasporto pubblico da parte dei visitatori. Il museo, collocato nei pressi della ciclabile, potrà essere raggiunto agevolmente servendosi delle due ruote.
(In apertura: Museo Muse, Trento. Ph. Alessandro Gadotti)




